I conservanti sono sostanze aggiunte agli alimenti per rallentare o prevenire il deterioramento e la crescita microbica. Appartengono alla categoria degli additivi alimentari e sono essenziali per prolungare la durata di conservazione dei prodotti. Ne esistono diverse tipologie: conservanti naturali e conservanti artificiali. I conservanti naturali, come sale, zucchero, aceto e oli essenziali, sono usati da secoli e presentano generalmente pochi rischi per la salute se consumati in quantità moderate. I conservanti artificiali, invece, sono sintetizzati chimicamente e includono sostanze come nitriti, solfiti e benzoati. Gli esperti biologi e nutrizionisti definiscono i conservanti come “sostanze in grado di impedire la crescita di microrganismi, allungando la vita del prodotto ma potenzialmente influendo sul benessere umano se assunte in eccesso”. In questo articolo vedremo nel dettaglio come si formano questi conservanti, i cibi che li contengono e i potenziali rischi per la salute.
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Come si formano i conservanti
I conservanti possono essere creati attraverso processi chimici di sintesi o estratti da fonti naturali. I conservanti naturali sono spesso ricavati da fonti vegetali o animali e includono estratti di erbe, acido citrico e acido ascorbico. I conservanti artificiali, come i nitriti e i nitrati utilizzati nella conservazione della carne, sono creati in laboratorio e offrono una protezione più efficace contro la crescita di batteri e muffe. I solfiti, ad esempio, vengono aggiunti ai prodotti per prevenire l’ossidazione e mantenere il colore fresco degli alimenti. Tuttavia, l’uso dei conservanti artificiali può comportare effetti indesiderati, motivo per cui è essenziale capire come agiscono e distinguerli dai conservanti naturali.
In quali alimenti si trovano i conservanti
I conservanti si trovano principalmente negli alimenti confezionati e processati. Tra i prodotti più comuni troviamo:
- Carni lavorate come salumi e salsicce
- Prodotti da forno come pane e dolci confezionati
- Bibite e succhi di frutta con aggiunta di zuccheri
- Formaggi e latticini
- Frutta secca e marmellate
Per riconoscere i conservanti negli alimenti, è necessario leggere attentamente le etichette. I conservanti sono spesso indicati da codici come E210 (acido benzoico) o E250 (nitrito di sodio). Non esistono metodi per rimuovere i conservanti dagli alimenti a casa, quindi è essenziale fare scelte consapevoli prima di consumarli.
Gli effetti dei conservanti sulla salute
L’assunzione continuativa di conservanti può avere effetti significativi sulla salute, soprattutto se si eccede nelle quantità. I rischi principali sono legati all’accumulo di sostanze chimiche nel corpo e alla loro interazione con i tessuti. Ecco un elenco delle principali patologie associate ai conservanti:
- Allergie e reazioni cutanee: I solfiti e i nitriti possono scatenare reazioni allergiche come eruzioni cutanee e prurito. Circa il 10% delle persone con allergie presenta sensibilità ai conservanti.
- Asma: Alcuni conservanti, come i solfiti, sono noti per aggravare i sintomi dell’asma, colpendo il 5% degli asmatici.
- Disturbi gastrointestinali: Il consumo eccessivo di conservanti può causare disturbi come nausea, diarrea e crampi addominali. Circa il 20% delle persone con problemi intestinali ha una dieta ricca di conservanti.
- Sbalzi di umore: Alcuni studi suggeriscono che i conservanti influenzino l’umore e il comportamento, soprattutto nei bambini. Circa il 15% dei casi di iperattività infantile è correlato ai conservanti artificiali.
- Problemi cardiovascolari: I nitriti utilizzati nella carne lavorata possono aumentare il rischio di ipertensione e problemi cardiaci. L’incidenza di problemi cardiovascolari è del 8% tra i forti consumatori di prodotti processati.
Come riconoscere i conservanti negli alimenti
Per riconoscere i conservanti negli alimenti, è fondamentale leggere attentamente le etichette dei prodotti. Tra i nomi a cui prestare attenzione ci sono “nitrito di sodio”, “benzoato di sodio”, “acido sorbico” e “solfiti”. Alcune aziende potrebbero utilizzare nomi alternativi o “naturali” per descrivere i conservanti, confondendo il consumatore. Un esempio comune è l’uso della dicitura “conservanti naturali” anche in presenza di conservanti sintetici, perciò è bene conoscere i nomi chimici e fare attenzione alle etichette poco chiare o ingannevoli.
Leggende metropolitane sui conservanti
Sui conservanti circolano numerose leggende metropolitane. Una delle più diffuse è che tutti i conservanti siano naturali e quindi innocui. Questo non è corretto: molti conservanti sono chimici e non esistono in natura. Un’altra credenza è che “se un alimento è biologico, non contiene conservanti”. In realtà, anche alcuni prodotti biologici possono contenere conservanti naturali, purché siano approvati dalla normativa bio. Fare attenzione a queste dicerie e informarsi in modo accurato è fondamentale per evitare rischi per la salute.
Alternative ai conservanti
Esistono diverse alternative ai conservanti, che permettono di allungare la durata di conservazione senza utilizzare additivi chimici. Tra le opzioni migliori troviamo:
- Sottovuoto e refrigerazione: Questi metodi rallentano la proliferazione batterica senza bisogno di conservanti.
- Utilizzo di spezie: Cannella, chiodi di garofano e origano hanno proprietà antimicrobiche naturali.
- Fermentazione naturale: La fermentazione crea ambienti acidi che inibiscono i batteri e conservano l’alimento.
- Acido ascorbico (vitamina C): Utilizzato come conservante naturale, soprattutto per prevenire l’ossidazione.
Conclusione
I conservanti sono una parte integrante dell’industria alimentare moderna e offrono benefici pratici per la conservazione degli alimenti. Tuttavia, un consumo eccessivo di conservanti chimici può avere ripercussioni negative sulla salute. Saper leggere le etichette, conoscere i nomi dei conservanti e scegliere alternative naturali è fondamentale per mantenere una dieta equilibrata e sicura.